Via libera al Collegato Ambiente. “Nasce la prima legge italiana per la green economy”

 
Fondo di investimento da 1 miliardo per la green economy, nuove regole sul fine vita degli impianti fotovoltaici, stretta sull’abusivismo edilizio, fracking vietato su tutto il territorio nazionale

Venerdì 5 Settembre 2014
 

Via libera dalla VIII commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici dellaCamera al disegno di legge – collegato alla legge di stabilità 2014 – recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.

“Con la conclusione dell’esame in commissione, oggi di fatto nasce la prima legge italiana per la green economy

FONDO DI INVESTIMENTO DA 1 MILIARDO PER LA GREEN ECONOMY. Tra le novità introdotte, un emendamento dei relatori approvato dalla VIII commissione prevede la creazione di un Fondo italiano investimenti Green Communities, finanziato per 1 miliardo di euro di cui almeno il 51% garantito dalla Cassa depositi e prestiti, almeno il 20% dal ministero dell’Economia e delle Finanze – sulla base delle risorse della programmazione Ue 2014/2020 – e il resto allocato sul mercato. Il Fondo è istituito dal Mef attraverso la Cdp.

PIANO PER LA QUALIFICAZIONE AMBIENTALE DEI PRODOTTI DEI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI.
La commissione ha approvato anche un emendamento (Chiara Braga del Pd prima firmataria) che prevede un Piano per la qualificazione ambientale dei prodotti dei sistemi produttivi locali, i distretti industriali e le filiere che caratterizzano il sistema produttivo nazionale, con l’obiettivo di definire le azioni e le indicazioni tecniche ed operative volte a migliorare le capacità competitive delle imprese per rispondere alla crescente domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori finali e dei clienti intermedi di molti settori produttivi.

Tra le finalità delle azioni previste dal Piano quella di promuovere, con la collaborazione dei soggetti interessati, l’adozione di tecnologie e disciplinari di produzione innovativi, in grado di garantire il miglioramento prestazionale dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che i prodotti hanno durante il loro ciclo di vita.

Il Piano sarà adottato con decreto del ministro dell’Ambiente di concerto con il ministro dello Sviluppo economico, sentiti i ministri dell’Economia e delle finanze e delle Politiche agricole e forestali, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge.

IMPIANTI FOTOVOLTAICI, NUOVE REGOLE SUL FINE VITA.
Un altro emendamento presentato dai relatori prevede nuove regole sul fine vita degli impianti fotovoltaici. Per i pannelli fotovoltaici immessi a consumo successivamente all’entrata in vigore del presente decreto, sia come comparto domestico che professionale, al fine di una corretta gestione del loro fine vita, i sistemi individuali e collettivi, per ciascun nuovo modulo immesso a consumo, adottano un sistema di garanzia finanziaria ed un sistema di geo-localizzazione.

Il sistema di garanzia finanziaria e il sistema di geo-localizzazione dovranno rispondere alle tipologie individuate dal Gse nel Disciplinare Tecnico del dicembre 2012 in attuazione delle Regole applicative per il riconoscimento delle tariffe incentivanti.

Nel Collegato ambientale “vi sono misure interessanti e del tutto inedite”, sottolinea il co-relatore Borghi. “Penso al divieto di fracking che diventa legge per la prima volta, o alla delega al governo per il pagamento dei sistemi ecosistemici e ambientali. Oppure alle logiche incentivanti per la premialità della raccolta differenziata che sostengono i comuni virtuosi e gli consentendo di diminuire le tasse ai cittadini. Oppure, ancora, l’avvio di iniziative sperimentali come il vuoto a perdere negli esercizi pubblici, per diminuire l’uso della plastica, o delle aree “oil free zone” nelle quali incentivare l’autosufficienza energetica senza uso di fonti fossili. Di rilievo anche gli incentivi per gli appalti verdi e per l’utilizzo dei materiali derivanti da riciclo e riuso nelle pubbliche amministrazioni, nonché le misure sulla riorganizzazione delle autorità di bacino e l’avvio della strategia nazionale per le green communities”.

IMBALLAGGI. La commissione ha tra l’altro approvato sette articoli fortemente sostenuti dal Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda gli imballaggi, entro sei mesi il governo dovrà predisporre la sperimentazione per il vuoto a rendere per il vetro (acque minerali e birra) negli esercizi commerciali pubblici.

VALUTAZIONE DI IMPATTO SANITARIA PER I NUOVI IMPIANTI. Per i nuovi impianti viene introdotta la Valutazione di impatto sanitaria, con la previsione anche dell’analisi dell’impatto sulla salute dei cittadini per ogni nuova autorizzazione richiesta. La salute avrà diritto di cittadinanza nella progettazione di ogni nuova opera.

STRETTA SULL’ABUSIVISMO EDILIZIO. Giro di vite sull’abusivismo edilizio: le amministrazioni dovranno pretendere il pagamento delle sanzioni in caso di abusi, e, in caso di inadempienza saranno gli stessi amministratori ad assumersene le responsabilità, anche con decurtazioni degli stipendi.

FRACKING VIETATO SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE. Vietato, ufficialmente e per legge, il fracking su tutto il territorio nazionale. L’azienda che dovesse averlo praticato dovrà rendicontare le proprie azioni – ed eventuali conseguenze – al Governo.

NUOVE REGOLE PER I REFLUI OLEARI. I rifiuti oleosi potranno essere sversati nell’impianto fognario solo dopo trattamento e solo se le olive in questione hanno provenienza regionale.

INCENERITORI. Stralciata la norma per cui se un inceneritore non ha più rifiuti poteva riceverne da fuori regione. Stop, quindi, ai viaggi di rifiuti urbani sul territorio italiano.

CASE MOBILI, NECESSARIA L’AUTORIZZAZIONE NEI LUOGHI DI PREGIO E TURISTICI. Nuova stretta, infine, per le case mobili, che spesso diventavano veri e propri villaggi non autorizzati: in luoghi di pregio e turistici avranno bisogno anch’esse di autorizzazione.

“Grazie a un lavoro intenso portato avanti insieme a tutti i gruppi politici e durante il quale il ministro Galletti è stato sempre presente, il Collegato Ambientale esce dalla Commissione Ambiente molto cambiato e rafforzato”, sottolinea Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

APPALTI VERDI E RILANCIO DEI PROGRAMMI DI INVESTIMENTO PER LA MANUTENZIONE E LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE. “Dal Collegato – spiega Realacci – è stata eliminata qualsiasi ipotesi di riduzione degli obiettivi di raccolta differenziata e sono state rafforzate invece le misure per il recupero e il riciclo delle materie prime seconde, per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti e molte altre disposizioni come quelle in sostegno della mobilità sostenibile. Vengono inoltre introdotti un fondo di investimento per la green economy e agevolazioni sulle tasse sui rifiuti per i comuni virtuosi. Tra i molti temi su cui interviene il Collegato anche gli appalti verdi e il rilancio dei programmi di investimento per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Tutte norme – conclude Realacci – che possono indirizzare l’economia e la società italiane verso soluzioni in cui l’ambiente e la green economy sono chiavi per lo sviluppo”.

Rinnovabili al 30%, la richiesta del Consiglio europeo per il 2030

Bruxelles, 3 settembre 2014 – In vista della riunione del 23 ottobre

 Rinnovabili al 30%,  la richiesta del Consiglio europeo per il 2030

Rinnovabili al 30%, la richiesta del Consiglio europeo per il 2030

 

I Capi di stato della UE hanno chiesto un obiettivo più ambizioso per le energie rinnovabili in Europa entro il 2030.

Nulla di fatto però, al momento, per l’introduzione di obiettivi nazionali vincolanti.

Il Consiglio europeo ha raggiunto, anche se in via ancora informale, una posizione compatta su una delle tre misure che costituiscono il pacchetto clima energia 2030, aumentando di tre punti percentuali il target per le energie pulite rispetto alla bozza della Commissione europea. A riportare la notizia è oggi l’Associazione europea del fotovoltaico Epia che definisce la decisione “un passo nella giusta direzione”.

Ovviamente l’impegno avanzato dovrà essere confermato nel corso della riunione ufficiale i prossimi 23 e 24 ottobre, ma se così fosse, scrive l’Epia fornirebbe all’Europa l’opportunità di mantenere un ruolo guida nel settore delle energie rinnovabili.

Tuttavia, perché ciò si riveli veramente efficace, devono essere stabiliti anche degli obiettivi nazionali vincolanti, uno dei capitoli che sembrano piacere meno ai Ventotto. “Un target comunitario, senza obiettivi nazionali significativi, non sarebbe in grado di fornire la stabilità e la prevedibilità di cui gli investitori hanno bisogno”, ha commentato James Watson, ceo della European Photovoltaic Industry Association. “Per garantire che il capitale pubblico e privato sia orientato verso le energie rinnovabili, devono essere inviati i giusti segnali, sia a livello europeo che nazionale”.

“La proposta attualmente sul tavolo è ancora lontana dall’obiettivo di incentivare gli investimenti nelle energie rinnovabili e creare il futuro low carbon che la stragrande maggioranza degli europei vogliono”, ha concluso Watson.

via  Rinnovabili.it

Edifici Sostenibili con consumo di energia quasi zero

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Gli edifici “ad energia quasi zero” (near zero energy buildings NZEB) sono immobili che consumano pochissima energia ed hanno elevate prestazione per il loro funzionamento standard. Vengono chiamati anche “edifici passivi”… o “Sostenibili”  NOI li CHIAMIAMO “ATTIVI” proprio per la capacità di autoregolarsi il clima interno .

 

 La dicitura “energia zero” deriva da una specifica Direttiva europea, seguita in Italia dal D.Lgs. 192/2005. Dal 2021 si potranno costruire solo edifici con queste caratteristiche.

Definizione

L'”edificio ad energia quasi zero” è un immobile con una prestazione energetica molto alta, caratterizzato da isolanti, infissi ad alte prestazioni ed impianti ad alto rendimento.   L’energia necessaria per raggiungere uno stato di comfort è molto bassa, quella rimanente viene coperta in misura significativa da fonti rinnovabili presenti all’interno del confine dell’immobile.

I consumi principali in un edificio

I consumi tradizionali di un edificio residenziale sono quelli dovuti al riscaldamento (in inverno),  al raffrescamento (in estate),   alla produzione di acqua calda sanitaria  e l’energia elettrica necessaria al funzionamento degli elettrodomestici e della illuminazione.

In media, considerando il patrimonio edilizio esistente che è costruito per la maggior parte senza particolari tecniche di risparmio energetico, il suo consumo varia tra i 150-250 kwh/mq anno. Il costo per raggiungere questo livello è alto ed incide notevolmente sui bilanci delle famiglie; mentre le case ad “energia quasi zero” hanno un consumo sotto i  60  kwh/mq anno.

Gli obblighi normativi degli NZEB

Il D.Lgs 192/2005 all’art. 4bis tratta la materia degli “Edifici ad energia quasi zero”.  Al comma 1 viene indicato che tutti gli edifici di nuova costruzione devono essere realizzati con la modalità NZEB (a energia quasi zero). La disposizione sarà vigente dal 31 Dicembre 2018 per gli edifici pubblici (le scuole e gli edifici scolastici sono espressamente inlcusi) e dal 1 Gennaio 2021 per tutti gli edifici di nuova costruzione.

Interventi principali

I principali aspetti da valutare in un edifico,  ad alto risparmio energetico, sia in fase di costruzione che in fase di ristrutturazione sono l’involucro, la produzione di energia rinnovabile e gli impianti.

Involucro

Rappresenta la pelle esterna dell’edificio, è composto da parti opache (murature e struttura) e da parti trasparenti (finestre) da cui è permesso il passaggio di aria e luce. L’involucro deve regolare il passaggio del calore, dell’umidità, della ventilazione e della luce. L’installazione di infissi performanti, di isolamenti e intercapedini d’aria, la posizione delle finestre tali da permettere una buona ventilazione sono aspetti che riguardano l’involucro.

Energie rinnovabili

L’energia rinnovabile autoprodotta nella propria abitazione permette di rendere i cittadini più consapevoli. E’ possibile produrre energia autonomamente con i pannelli fotovoltaici o con il microeolico, con questa energia si possono alimentare sistemi a pompa di calore con cui riscaldare gli ambienti, mentre in estate, invertendo il ciclo si può raffrescare l’aria. L’eletricità prodotta dai pannelli fotovoltaici può essere utilizzata anche per gli elettrodomestici e per l’illuminazione

La produzione di acqua calda si può ottenere facilmente con l’installazione sul tetto di pannelli solari.

Impianti

Gli impianti di produzione dell’acqua calda, del riscaldamento e del raffrescamento in un edificio “a energia quasi zero” devono sopperire in quantità minima alle prestazioni energetiche elevate già raggiunte con un involucro performante e con l’auslio delle energie rinnovabili.

via   Edifici energia quasi zero

Per un pugno di semi

Idee in Rete

PER UN PUGNO DI SEMI: UNA BANCA DEI SEMI A SCUOLA TRA DIDATTICA E RICERCA SUL CAMPO

Abstract

Nella ricerca sul campo di nuove accessioni da collezionare il limite più grande è dato sia dalla scarsa conoscenza del territorio di indagine sia dalla possibilità di contattare poche persone alla volta spesso senza la possibilità di selezionare i contatti, ma con una metodologia random che procede per gradi di approssimazione. Coinvolgere Enti fortemente territoriali come le Scuole può in parte ovviare a queste problematiche, permettendo al contempo di svolgere molte altre importanti funzioni ausiliarie. Il lavoro svolto insieme alle classi 1a e 2a della Scuola Media “Cocchi-Aosta” di Todi ha infatti consentito di effettuare una indiretta, ma capillare ricerca sul territorio del Comune di Todi (PG), che ha prodotto interessanti risultati in termini di accessioni ed informazioni raccolte, permettendo altresì di trasmettere agli studenti, attraverso il loro coinvolgimento diretto, preziose notizie…

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Casaeclima.com – Efficienza energetica degli edifici, l’Europa spenderà 800 mld nel 2023

Navigant Research: in crescita tutti i segmenti legati al mercato dei prodotti e servizi per l’efficienza energetica, ma la ‘svolta’ arriverà con il boom delle tecnologie di gestione energetica e dal commissioning

La spesa europea per l’efficienza energetica degli edifici europei arriverà, nell’arco temporale 2014-2023, a quota 800 mld. Queste le stime di Navigant Research che, nel recente report  “Energy Efficient Buildings: Europe” ha analizzato il mercato europeo dei prodotti e servizi dedicati al settore dell’efficienza energetica degli edifici residenziali e commerciali nei 28 Stati membri dell’Unione europea, in aggiunta di Norvegia e Svizzera.

Due normative severe

Secondo Navigant, “il quadro delle politiche per l’efficienza energetica in Europa è tra i più severi al mondo” grazie principalmente a due normative UE: la direttiva sulle performance energetiche degli edifici (EPBD), rivolta alle nuove costruzioni e alle ristrutturazioni importanti e la direttiva sull’efficienza energetica (EED), che copre tutti i consumi energetici europei ed è responsabile del raggiungimento del target 2020.

“La EED mira a raggiungere il 20% dei miglioramenti in termini di efficienza energetica, emissioni di carbonio e penetrazione delle energie rinnovabili” afferma Eric Blomm, principal analyst di Navigant Research-  “Anche se riteniamo che gli obbiettivi posti non verranno raggiunti, la direttiva sull’efficienza energetica giocherà un ruolo importantissimo, insieme alla EPBD, per uno sviluppo consistente del mercato legato all’efficienza energetica degli edifici.”

Crescita costante e lineare del mercato dei prodotti e servizi legati all’efficienza energetica

Il mercato annuale di prodotti e servizi legati all’efficienza energetica degli edifici in Europa è attualmente stimato in 56 miliardi dollari nel 2014, una cifra che dovrebbe salire a 109 miliardi dollari nel 2023. Complessivamente, si tratta di 791,7 miliardi dollari spesi in tutto l’intero periodo.

Boom delle tecnologie di gestione dell’efficienza energetica e del commissioning

Come è possibile vedere dalla tabella sottostante, la crescita riguarderà tutti i settori dell’efficienza energetica in modo piuttosto lineare, ma la vera ‘rivoluzione’ arriverà grazie alle tecnologie di gestione energetica e dai servizi e processi di commissioning. Segmenti attualmente poco diffusi, nel corso nei prossimi 10 anni si prevede che raggiungeranno importante quote di mercato.

Gli ostacoli allo sviluppo del settore

Complessivamente, il mercato verrà trainato da Francia, Germania e Regno Unito, paesi che possono contare su un forte sostegno politico e su aziende solide ed innovative.
Questo non significa che l’Europa sia totalmente al passo coi tempi. Navigant sottolinea alcuni fattori che stanno ostacolando il mercato europeo:

La mancanza di risorse tecniche e capacità all’interno delle imprese per portare ai primi posti le scelte inerenti l’efficienza      energetica
– Opzioni vantaggiose e competitive per gli investimenti delle imprese  

–  Ecoincentivi sulla climatizzazione da dividersi tra inquilini e proprietari 

– La mancanza di incentivi e tempi di recupero troppo lunghi  

– La mancanza di capacità del settore pubblico di gestire grandi patrimoni e dare priorità agli investimenti

via Casaeclima.com – Efficienza energetica degli edifici, l’Europa spenderà 800 mld nel 2023.